I tesori della collezione Mafrica

Con questo percorso ideale attraverso l’incredibile e particolare fondo librario raccolto da Demetrio Mafrica si propone al viaggiatore l’incontro con una serie di "oasi" nelle quali sostare e godere di alcuni gioielli raccolti con pazienza e metodo dal collezionista: albi particolarmente rari, serie introvabili, collane che hanno fatto la storia del fumetto...

I grandi settimanali per ragazzi

Una prima tappa che merita la nostra attenzione è rappresentata dalle raccolte delle testate per ragazzi, riviste che hanno accompagnato la crescita di intere generazioni del nostro Paese e che oggi sono quasi del tutto scomparse dalle edicole, dove restano a testimoniare i fasti dell’epoca dei settimanali per ragazzi soltanto giornali longevi come Il Giornalino e Topolino. Da Capitan Walter a Il Vittorioso, da Il Monello e L’lntrepido alla celebre abbinata Corriere dei Piccoli/Corriere dei Ragazzi, la Collezione Mafrica conserva di quel periodo una preziosissima testimonianza: annate complete di albi che regalano un tuffo nei ricordi per molti e una lettura appassionante per tutti!

Il Giorno dei ragazzi

All’interno delle testate per ragazzi, uno scrigno di cui la Collezione Mafrica ci regala la chiave è Il Giorno dei ragazzi, il celebre supplemento a fumetti del quotidiano Il Giorno.

La rivista settimanale del giovedì, che già al quinto numero fu registrata come testata autonoma, uscì a partire dal 1957 in ben 590 numeri. La Collezione Mafrica ne custodisce il periodo d’oro, quello che va dal 1957 al 1966, incastonando così l’incredibile produzione realizzata da Benito Jacovitti. È proprio su queste pagine, in cui comicità e avventura si mescolavano in perfetto equilibrio, che videro la luce il suo famosissimo personaggio Cocco Bill, ma anche altri personaggi meno noti quali Tom Ficcanaso e Gionni Galassia.

Altre serie divenute popolari grazie a questo giornale, pubblicato in 16 pagine in grande formato (almeno per i primi sei anni), erano quelle importate dall’Inghilterra, attingendo alla rivista Eagle, a cui Il Giorno dei Ragazzi si ispirava sia per i contenuti sia per la veste grafica: le avventure fantascientifiche di Dan Dare di Frank Hampson o quelle western di Jeff Arnold di Frank Humphris, oppure Jeff Hawke e Luck il Sergente della legione straniera di Geoffrey Bond.

Vale la pena ricordare che negli ultimi anni Il Giorno ospitò anche la serie West and Soda e Vip – Mio fratello superuomo di Bruno Bozzetto. Si trattò di un’esperienza molto importante perché Il Giorno fu il primo giornale che sperimentò la formula statunitense dell’inserimento di pagine a fumetti all’interno di un quotidiano. Negli anni Cinquanta l’operazione era rivoluzionaria, perché, presentando le storie a fumetti alle famiglie, consentì di compiere un passo avanti in quell’opera di sdoganamento, che continuò negli anni a venire, di un genere fino a quel momento malvisto o poco considerato.

Sgt. Kirk

Un’altra perla della Collezione Mafrica è la raccolta completa di Sgt. Kirk, uno dei primi esempi italiani di rivista d’autore, in cui il racconto d’avventura si libera dai canoni e dai condizionamenti della narrazione tradizionale per ragazzi fino a quel momento adottati dalle riviste di area cattolica e borghese come Il Vittorioso, Il Giornalino e Il Corriere dei Piccoli. Sulla scia di questa nuova tendenza si inserirono tanti altri e più noti esempi italiani, ma anche europei, come le riviste Corto Maltese, Comic Art e l’Eternauta (anch’esse presenti nella Collezione).

Fu un editore visionario e illuminato, il genovese Fiorenzo lvaldi, che, grazie al sodalizio con Hugo Pratt, progettò nel 1967 una rivista dedicata all’amore per l’avventura che i due amici condividevano. L’idea era quella di creare un magazine che raccogliesse le storie del Stg. Kirk, una serie argentina che, raccontando di un soldato amico degli indiani, anticipava la visione moderna del Western. Le avventure scritte da H.G. Hoesterheld e disegnate da Pratt sarebbero state accompagnate da classici americani e da inediti. E tra questi ultimi, il primo a essere pubblicato nel febbraio 1969 sul numero 20 della rivista diretta da Claudio Bertieri fu Una ballata del mare salato, la prima avventura di Corto Maltese. In quel periodo Hugo Pratt cominciava a essere conosciuto in Argentina, ma fu solo grazie alla rivista Stg. Kirk e alla nascita del suo più celebre personaggio, che la sua carriera conobbe la svolta decisiva: come Corto Maltese diventò una pietra miliare del mondo dei fumetti, così Pratt passò alla storia come uno dei più grandi narratori dell’avventura.

Nel 1969, dopo trenta numeri, la rivista chiuse, per riprendere a fasi alterne, ma con meno successo, dal 1973 al 1977 e dal 1978 al 1979.

Le riviste antologiche italiane

La parodia come cifra stilistica è quella che segna, fin dalla sua nascita, la rivista americana Mad. Il celebre magazine propone regolarmente la versione umoristica di pellicole cinematografiche o programmi televisivi, affiancando alle parodie altre rubriche satiriche a fumetti strettamente legate al mondo e alla cultura americana. Mad nasce nel 1952 e negli Stati Uniti continua a essere pubblicata con successo. Ma nonostante l’alta qualità dei disegni e la graffiante ironia, la sua proposta in Italia, non ha funzionato, a dimostrazione che la comprensibilità della parodia, strettamente legata al suo riferimento culturale, è fondamentale ai fini della sua fruizione.

Sulle pagine di Mad, creato da Harvey Kurtzman e William Gaines, la parodia è totale e investe ogni genere e categoria.

West all'italiana

Un’altra tappa che vale la pena concedersi nella scoperta della Collezione Mafrica è quella dedicata a un caso tutto nostrano, ossia il West all’italiana. A conferma del fatto che in Italia il fenomeno della serie esotica – che ricrea un mondo attingendo a luoghi comuni e reinventandoli come propri – funziona sempre, nell’immediato dopoguerra esplodono serie fortunate come Tex, Pecos Bill e Zagor. È questo il momento di due dei personaggi più amati di sempre: il Tex Willer di G.B. Bonelli e Aurelio Galleppini (1948) e il Pecos Bill di Guido Martina e Raffaele Paparella (1949) anticipano di qualche anno i cosiddetti “spaghetti western” del cinema. Tex, con i suoi oltre settant’anni di vita, è un caso editoriale unico in Italia, seguito da tre generazioni di lettori con successo immutato. Il ranger tagliato con l’accetta è uno dei personaggi a fumetti più longevi al mondo (preceduto solo da classici come Topolino, Superman e Batman). Pecos Bill, pubblicato da Mondadori, rispecchiava le caratteristiche dell’eroe classico e riscosse un enorme successo fino al 1955, grazie al lavoro, tra gli altri, di autori come Antonio Canale, Dino Battaglia, Pierlorenzo De Vita, Gino D’Antonio e Rinaldo D’Amy.

Nel 1961 nasce invece Zagor, creato da Sergio Bonelli (che firmava le storie con il nome d’arte di Guido Nolitta) e disegnato da Gallieno Ferri. Il nuovo personaggio conquistò il pubblico mescolando le atmosfere della frontiera a quelle più misteriose a base di mummie, vampiri, alieni, scienziati folli e viaggi impossibili. Le sue storie incredibili, ambientate nella palude di Darkwood e popolate da personaggi bizzarri, rappresentano al meglio l’altra faccia del western all’italiana, quello in cui niente è impossibile.

Zut

Concludiamo il percorso con una gemma piccola ma preziosa: la raccolta della rivista Zut, che la Collezione Mafrica conserva integralmente.

Questo settimanale di satira, nato alla fine degli anni Ottanta (quando la cosiddetta prima repubblica era ormai arrivata al capolinea) come ideale prosecuzione della celebre rivista Il Male (anch’essa raccolta da Mafrica), presenta materiali di altissima qualità, tra cui gli ultimi lavori satirici di Andrea Pazienza, che qui trovò grande spazio e libertà di espressione e poté dispiegare magistralmente la propria arte scrivendo e interpretando addirittura dei fotoromanzi. Vignette, strisce, scritti, reportage fotografici si alternano in un potpourri goliardico e istrionico e il fumetto, mescolato alle foto, molto prima dell’epoca di photoshop, viene usato nelle sue forme e nelle sue contaminazioni più estreme. In queste tavole caleidoscopiche prestano il loro volto alla causa anche Vincino, che tiene le redini del giornale insieme con Sergio Saviane, e Paolo Hendel, in un’indimenticabile interpretazione di De Mita.

Tra le colorate pagine di questo tabloid ibrido e irriverente si alternano alcune delle firme più significative della satira di fine secolo: Vauro, Jacopo Fo, Stefano Disegni, Sergio Staino, Pablo Echarren, Angese, Guido Buzzelli e Riccardo Mannelli.

Un giornale uscito per pochi mesi, da aprile ad agosto, diciassette numeri che non fecero nemmeno un anno: uno sferzante canto del cigno dell’epoca dei grandi autori della satira a fumetti, esplosa tra gli anni Settanta e Ottanta, che morendo dipingeva anticipazioni sul futuro spaventosamente azzeccate, un raro condensato di talenti che vale la pena di rileggere tutto d’un fiato.

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